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Perché è importante riciclare gli accumulatori esausti

Ogni anni vengono immesse nel mercato dell’Unione Europea 190.000 tonnellate di batterie industriali che è importante smaltire correttamente al fine di salvaguardare l’ambiente e rispettare la normativa corrente. In particolare, le pile e gli accumulatori industriali esausti costituiscono un pericolo per i metalli pesanti che contengono: piombo, cromo, cadmio, rame, zinco e mercurio. Di questi i più pericolosi sono il mercurio e il piombo, presente in particolare negli accumulatori industriali. Uno studio della ‘Simon Fraser University’ in Canada ha dimostrato come il piombo possa costituire un grave pericolo per l’ambiente e per la salute dei suoi abitanti. Un’esposizione regolare al piombo può causare un indurimento delle arterie, ipertensione e difficoltà circolatorie: nei decenni scorsi, infatti, si sono registrati per questo motivo ben 256.000 decessi prematuri fra americani di mezza età.

Come si smaltiscono gli accumulatori?

Il D.Lgs. 188/08 del 20 Novembre 2008 vieta lo smaltimento in discarica o mediante incenerimento dei rifiuti degli accumulatori industriali e impone che i costi di raccolta e riciclaggio siano a carico dei produttori degli accumulatori, i quali, per far fronte all’obbligo, dovranno istituire e finanziare adeguati sistemi (individuali o collettivi) in grado di gestire la raccolta, il trattamento, il riciclo e lo smaltimento finale. Un esempio di sistema è il Consibat – Consorzio Internazionale Batterie – che collabora con aziende qualificate al riciclaggio e al recupero per trattare gli accumulatori al piombo e recuperarne tutte le componenti riciclabili.

Come riporta quest’ultimo: “Al termine del proprio ciclo di vita, un accumulatore esausto risulta composto dalle seguenti parti:

  • involucro esterno in plastica leggera (polipropilene);
  • parti in plastica pesante (polietilene, PVC);
  • elettrolita (soluzione acquosa di acido solforico);
  • poli e griglie di piombo (piombo metallico);
  • pastello di piombo (ossidi e solfati di piombo).”

Per garantirne il riciclo, deve essere trasportato presso le piazzole ecologiche comunali o presso i rivenditori dotati di cassonetti di raccolta, oppure ritirato da ditte autorizzate presso i produttori non domestici. Questi sono poi sottoposti a trattamenti specifici da ditte specializzate: stoccaggio e movimentazione degli accumulatori esausti, macinazione di essi in mulino, lavaggio e separazione del materiale proveniente da triturazione.
Successivamente è necessario neutralizzare gli elettroliti e fondere e raffinare i materiali metallici per creare lingotti di piombo che potranno essere riutilizzati nella produzione di nuove batterie. Il propilene viene invece inviato a ditte specializzate nella macinazione ed estrusione della plastica.
I prodotti di scarto generati da questo processo vengono smaltiti come rifiuti pericolosi, mentre le emissioni in atmosfera vengono strettamente controllate da impianti di abbattimento degli inquinanti.

Che fine fanno gli accumulatori industriali dopo il riciclo?

Come riporta il portale “Gestione Rifiuti”: “Per produrre un Kg di piombo, lavorando quello delle batterie esauste, occorre poco più di un terzo dell’energia che ci vuole per lavorare il minerale estratto dalla terra. I materiali di piombo e plastiche ottenuti da questo processo di riciclo vengono riutilizzati per la maggior parte per nuove batterie, circa il 60%. Ma non solo, anche per il 15% nell’industria della ceramica e della chimica, l’8% nella produzione di rivestimenti di cavi elettrici e il 17% di pallini, pesi, elementi per l’edilizia e per apparecchi radiologici. Dai materiali plastici, invece, si ottiene polipropilene, una plastica che diviene morbida con il calore (termoplastica) e che, essendo facilmente riciclabile, viene usata per produrre isolanti elettrici, articoli sanitari e casalinghi, imballaggi, tubature”.
Inoltre, oltre il 50% della produzione mondiale di piombo è finalizzata alla creazione di accumulatori.

E se hai dubbi o vuoi ricevere informazioni sugli accumulatori industriali, chiamaci al Tel. 049 8960686 o scrivici su info@traelet.it

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